C’è chi vede il fuoristrada come un semplice hobby, e chi lo trasforma in una missione di vita. Raffo è uno di questi: un appassionato con il motore nel cuore e una telecamera sempre pronta a raccontare ogni avventura. Dalle prime esperienze sui sentieri dietro casa ai grandi viaggi in Africa, dalle officine meccaniche alle competizioni del CIVF, Raffo ha saputo unire il mondo offroad alla sua innata passione per la creazione di contenuti video. Un viaggio lungo, autentico e ancora in evoluzione, dove ogni sterrato porta con sé una nuova storia da raccontare.
Testo di Paolo Baraldi
RaffoRacing: quando la passione per i video incontra lo sterrato
Ho avuto il piacere di conoscere Raffaele Palumbo, meglio conosciuto come RaffoRacing, e di condividere con lui una giornata davvero piacevole e stimolante in occasione di Offroad Expo, la fiera dedicata al mondo del fuoristrada a 2 e 4 ruote, oltre che alla Van Life, tenutasi il 30 novembre e 1 dicembre presso Malpensa Fiere.
Durante la giornata, tra incontri con gli organizzatori, visite agli stand e chiacchierate tra appassionati, ho avuto l’onore di intervistare Raffo direttamente sul palco dell’evento. Quello è stato, senza dubbio, uno dei momenti più significativi della fiera: un’opportunità per esplorare non solo il “mondo” professionale di RaffoRacing, ma anche per conoscere più a fondo Raffaele come persona.
Quell’intervista ha rappresentato molto più di una semplice chiacchierata; è stata un viaggio alla scoperta della passione, della dedizione e della creatività che animano Raffo nel suo lavoro di content creator e storyteller. Un dialogo che mi ha lasciato la forte sensazione che ci fosse ancora molto da raccontare e da approfondire.
In puro stile Offroad Lifestyle, ho compreso che dietro l’alter ego RaffoRacing si cela una storia ricca di esperienze, avventure e sfide che meritano di essere condivise. Ed è proprio da questa intuizione che nasce la voglia di raccontare più da vicino la vita e il percorso di Raffaele Palumbo: un uomo che ha saputo trasformare la sua passione per l’offroad in una professione e in una vera e propria missione comunicativa.
RaffoRacing: raccontare l’offroad con occhi, cuore e telecamera
C’è chi cresce sognando la velocità e chi, invece, sente il richiamo della polvere e degli sterrati fin da piccolo. Raffo – all’anagrafe Raffaele – è uno di quei personaggi che sembrano nati per vivere l’avventura su quattro ruote. La sua storia comincia tra modellini radiocomandati e motorini truccati, ma presto la passione diventa qualcosa di più: una vera e propria dipendenza dai motori. E quando negli anni ’90 il Camel Trophy irrompe sugli schermi, l’amore per il fuoristrada prende il sopravvento.
Oggi Raffo non è solo un appassionato di 4x4, ma anche un narratore visivo, un content creator che ha saputo unire il mondo offroad alla magia del video. Cresciuto respirando post-produzione grazie a un padre pioniere del settore, ha trasformato l’amore per i mezzi e l’avventura in racconti coinvolgenti, spaziando dalle dune africane alle competizioni del CIVF. Che si tratti di preparare il suo Defender per un viaggio o di sognare la Dakar, ogni contenuto che crea è un mix di passione, autenticità e voglia di spingersi oltre.
Ma cosa significa davvero vivere il mondo del fuoristrada oggi? E quali sono le sfide future per un creatore di contenuti che vuole raccontare questo universo inesplorato? Raffo ci svela una visione lucida, un sogno americano che guarda al futuro del 4x4 in Italia e alla nascita di una nuova cultura offroad, accessibile a tutti.
RaffoRacing si racconta: la passione per l'offroad, la videocamera e il viaggio senza confini
- Per iniziare, ti chiederei di presentarti brevemente ai miei lettori.
Nel 1990, un compagno di scuola cominciò a chiamarmi Raffo, perché Raffaele era troppo lungo, diceva. E così sono Raffo, da sempre. Appassionato di mezzi a motore, fin dalla tenera età, come per molti ho iniziato dal modellismo e dalle auto RC radiocomandate elettriche, per poi sviluppare successivamente una dipendenza da tutto ciò che avesse un motore termico. All’inizio con i ciclomotori 50 cc, a 14 anni, con le moto a 16 e poi con le auto, una volta fatta la patente. Il livello di passione era tale da dimenticarsi tutto, seriamente, tutto, esistevano solo i mezzi e come renderli più potenti e veloci, più performanti e più divertente da guidare.
Negli anni non sono riuscito a “disintossicarmi” da questa passione/dipendenza che ha sempre avuto nel mirino anche i mezzi da fuoristrada…
- Come ti sei avvicinato al mondo del fuoristrada?
L’esigenza, nel corso degli anni dell’adolescenza era quella di avere sempre tutto sotto controllo, per ciò che riguardava l’assistenza dei miei mezzi o di quelli degli amici; La cassetta degli attrezzi doveva essere ben fornita e sempre disponibile, in modo da assistere un eventuale problema con la chiave inglese corretta e senza trovarsi nel viaggio di svago della domenica, verso il fiume o in vacanza d’estate, senza il giusto utensile.
La svolta quando ho notato in televisione il Camel Trophy. Mezzi da fuoristrada attrezzati per attraversare un continente con dotazioni pazzesche e abilità da sopravvivenza. Mi sono sentito parte di quel “gioco” fin da subito e da li è partita la nuova “dipendenza”. Erano gli anni ’90.
- Raccontami le tue prime esperienze offroad?
Un mio parente aveva una Lada Niva nel 1986 e lo spazio all’interno non era granché ma comunque superiore a un’auto di tutti i giorni e soprattutto, ciò che avevo notato fin da subito, era la sua “spartanità”, che aveva la possibilità di subire up-grade per ciò che riguardava l’attrezzatura interna e gli accessori aggiuntivi e inoltre mi ricordava una sorta di roulotte o camper, mezzi con i quali, in quegli anni, i mie genitori mi portavano in vacanza al mare e in montagna.
Passati diversi anni, quelle sensazioni congelate, sono riaffiorate e nel 2000 mi sono lanciato nell’acquisto del mio primo vero mezzo da fuoristrada, un Toyota Land Cruiser VX.
All’inizio era tutta un’esperienza, anche solo lo sterrato dietro casa o i guadi dei contadini nei campi, qualsiasi terreno non asfaltato era motivo di test e poi gite sul fiume Ticino (ho abitato nei dintorni di Pavia da sbarbato), vacanze in campeggio e domeniche sul fiume Trebbia sono state parte della mia gioventù che hanno contribuito in modo significativo alla formazione del fuoristradista che sono oggi.
- Quale é stata l'uscita o il viaggio che più ti é rimasto nel cuore?
Ti confesso che ho una passione che brucia nel cuore anche solo per prendere il mio Def tutti giorni e recarmi in bosco a fare legna per la stufa passando su strade forestali bellissime e in mezzo alla natura ma chiaramente mentirei se non ti nominassi per primi i viaggi Africani; periodi relativamente brevi ma che prepotentemente si sono stampati nella mia mente come la massima espressione di viaggio e la realizzazione del viaggiatore fuoristradista che sono oggi.
Il mal d’Africa non lo si può comprendere se non lo si prova. Tunisia, Marocco, Libia, Kenia, sono mete che fanno paura solo a chi non ha il gene dell’ Offroad.
Probabile non ce ne sia una specifico, ogni viaggio ha caratteristiche diverse, persone diverse con cui effettuarlo e spirito diverso a seconda del tuo stato d’animo ma di sicuro, l’Africa, essendo per nostra fortuna, a poche ore di traghetto dall’Italia, rimane nei ricordi più vivi. Ti direi Marocco, dove ho realizzato anche un bel documentario di viaggio, andato in onda su circuiti TV di Sky e on line sempre sul mio canale YT ma poi dovrei accodare il Kenia, effettuato su un Toyota Land Cruiser a noleggio, nel Parco dell’Amboseli e dello Tsavo e dovrei continuare con la Grecia, le Cicladi e Cefalonia, passando per l’Arabia Saudita con un Toyota HDJ100 sempre a noleggio, per non parlare della Corsica, prima meta preferita dei fuoristradisti Italiani, insomma…ho lasciato un pezzo di cuore in tutti!
- E quello che non avresti mai voluto fare?
Più che altro, quello che non vorrei mai fare, l’ultimo!
- Passando all'altra tua passione, i video, come é avvenuto il tuo inizio?
Qui sono i geni a parlare. Mio padre è uno dei pionieri della Post-Produzione video e audio in Italia. Già negli anni ’70 aveva una cinepresa in mano e successivamente, ha aperto un suo studio. Io sono dentro quel mondo da sempre, si può dire che sono venuto al mondo riprendendo la mia nascita!
- Che tipologia di video realizzavi prima dell'offroad?
Chiaramente il mondo del video e audio è un mondo che ha subito una profonda rivoluzione tecnologica negli ultimi 20 anni quindi, ai miei tempi, le videocamere erano enormi ed era difficile realizzare camera car o documentari senza essere una produzione ricca con attrezzature all’avanguardia, perciò, già negli anni ’90, assieme ad amici, creavamo filmati racing usando le tecnologie a nostra disposizione. Montare una videocamera VHS o Hi8 su un mezzo, moto o auto che fosse, era difficile ma fattibile e poi alla sera, a casa, ci si riguardava il filmato e si cercava di migliorare per la volta successiva…
- Quando e come hai unito il fuoristrada ed i video ed hai deciso di intraprendere la via del content creator?
Nel mestiere della post-produzione eravamo al Top in Italia e non era cosa strana incontrare personaggi di alto calibro e col tempo, ti rendi conto che tu potresti essere loro o per lo meno, provare a fare ciò che ti piace, trasformandolo nel tuo mestiere.
La rete libera e Youtube, in questo mi hanno aiutato molto e quindi possiamo provare a farlo tutti e io, unendo fuoristrada e video, ci sto ancora provando, cercando di migliorare ogni volta che realizzo un filmato, ma non vorrei mollare prima di esserci riuscito!
- Quale é il contenuto che hai creato che più ti é piaciuto realizzare? E quello che é stato più difficile da creare?
Come detto poco sopra, anche solo uscire a realizzare un reel, uno di quei filmati verticali veloci, è per me divertente e appassionante ma se penso a un bel lavoro fatto, il filmato di preparazione del mio mezzo da viaggio, è stato lungo e tosto sia dal punto di vista della realizzazione, sia da quello…finanziario!
Nel filmato sono passato in officine meccaniche per la preparazione del mio fuoristrada, filmando da più punti di vista e utilizzando varie attrezzature per la realizzazione del video.
È stato divertente perché ho partecipato in prima persona a tutti i lavori, traendo beneficio per la gestione meccanica del mio mezzo per eventuali problemi futuri ma, allo stesso tempo, tutta la lavorazione è durata più di un anno, mettendomi alla prova per quanto riguardava la cronologia degli eventi. Alla fine il risultato è stato un vero e proprio documentario che per il canale è servito a dare un “boost” di visualizzazioni incredibile.
- E quale contenuto ti piacerebbe realizzare?
Sogno la Dakar, con tutto ciò che puoi attaccarci. La preparazione, il viaggio, i mezzi, la guida, i paddock e i bivacchi…Dopo aver letto alcuni libri ed essermi appassionato al Rally Raid più tosto del mondo, realizzare un mio documentario, sarebbe pazzesco!
- Hai mai avuto l'occasione di testare dei veicoli 4x4 elettrici? Se si che impressione tu hanno dato e cosa pensi dei veicoli elettrici offroad?
Sono un gran fan della tecnologia ma ancora no, nessuno, purtroppo. L’unico dubbio che ho è che, l’elettrico, tra 50 anni, applicato all’automotive offroad da viaggio, lo vedo poco realizzabile per una serie di incognite molto poco pratiche, in primis l’autonomia e poi l’assistenza e le ricariche…ma come siamo andati sulla Luna con 8 byte di potenza, non si può immaginare ora…quindi, ti farò sapere!
- Nel 2024 ti sei avvicinato al mondo delle gare, più precisamente al CIVF. Raccontaci perché hai iniziato questa avventura e che esperienza ti ha lasciato?
Qual’è la massima espressione di automotive? Il racing, almeno per me. Sognavo da anni di sfogarmi al volante di un fuoristrada dove poter testare abilità e guida. L’ho voluto fare a bordo di un Defender perché da sempre, dopo il mio primo Land Cruiser VX, guido un Defender 90 TD5 e poter portare sul mio canale contenuti mai visti in Italia, mi sembrava un connubio devastante!
Ho realizzato filmati mai visti su Youtube Italia, per quanto riguarda l’offroad chiaramente e mi piacerebbe rifarlo!
- Nel futuro parteciperai ancora al CIVF o ad altre gare?
Non posso spoilerarti nulla ma di sicuro, c’è l’incognita salute che è l’unico motivo che mi ha fatto interrompere quest’anno purtroppo.
Dopo alcune gare e diversi traumi, mi sono dovuto fermare per un problema grave alla colonna vertebrale che mi ha fatto finire in ospedale ma, come per uno swap di motore, basta sistemarsi con una operazione chirurgica…o no?
- Come vedi il tuo futuro da content creator per il fuoristrada? Hai altri nuovi progetti a cui stai pensando?
C’è tanto, tantissimo, forse troppo da fare perché in Italia, per l’offroad, a livello di creazione di contenuti video si è fatto poco, pochissimo e zero a livello professionale, quindi, selezionerò le mie idee migliori e cercherò di portare contenuti sempre diversi e divertenti per un pubblico che si sta appassionando sempre più…Dai test alle recensioni, dai viaggi alle presentazioni, ci vorrebbero giornate da 36 ore per fare tutto ciò che ho in mente!
- Concludiamo questa interessante intervista con un tuo pensiero sul mondo del fuoristrada e sul suo futuro.
Siamo tanti, tantissimi, in tutta Italia ma se ti guardi in giro sembra un mondo piccolo e lasciato indietro, quello del fuoristrada. Le piste per l’automotive “pubblico” a 4 ruote sono solo per l’asfalto, alla domenica se vuoi girare in pista e fare fuori 4 gomme puoi andare a Monza o in qualsiasi altra pista ufficiale con la tua Mini Cooper o altri mezzi stradali, pagare un tot e divertirti con amici in sicurezza.
Per il fuoristrada, questa cosa in Italia non esiste.
Sogno quindi l’America, dove qualsiasi percorso in sterrato è pubblico, osservando leggi e regole e dove hanno piste offroad in ogni “dietro casa”.
Il mondo del fuoristrada è enorme e anche ricco, se penso a tutto quello che ho incontrato tra viaggi, fiere, persone e aziende ma serve un catalizzatore che mostri a possibili futuri giovani appassionati le potenzialità di tutto ciò e son sicuro che attraverso la creazione di contenuti, filmati e video in rete, si possa fare, quindi buon 4X4!
RaffoRacing ci lascia un messaggio chiaro…
Il mondo del fuoristrada ha bisogno di nuovi spazi, nuove idee e soprattutto di essere raccontato con passione. Attraverso i suoi contenuti, ci mostra che l’offroad non è solo tecnica e avventura, ma anche condivisione, creatività e un modo di vivere senza confini. E mentre il futuro è ancora tutto da scrivere, una cosa è certa: con RaffoRacing dietro al volante e alla telecamera, ogni viaggio diventa un racconto indimenticabile.
Buon 4x4 a tutti ma soprattutto grazie Raffo!
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