Il Raduno Internazionale 4x4 Città di Gradisca è oggi una vera e propria tradizione, una consuetudine a cui un fuoristradista non può mancare. Dal 1985, anno della prima edizione con solo 30 macchine iscritte, quasi 19.000 equipaggi hanno scelto questo evento per concludere l’anno fuoristradistico. Nel corso degli anni, da consuetudine tutta italiana, il Gradisca 4x4 è diventato un appuntamento a livello europeo con gli equipaggi stranieri, in particolare provenienti dalla Mitteleuropa, che approfittano dell’evento per godersi un lungo fine settimana dedicato sia all’offroad di qualità che alla scoperta della cultura e dei rinomati prodotti enogastronomici isontini.
Nel 2003 il Gradisca 4x4 ha fatto registrare il record, certificato dal Guinnes dei Primati, di 853 veicoli partecipanti.
In questa intervista esclusiva con Tiziano Godeas, presidente del G.F.I. Alpe Adria Offroad, vado alla scoperta del dietro le quinte del Raduno Internazionale 4x4 Città di Gradisca.
Testo di Paolo Baraldi
Il Raduno Internazionale Città di Gradisca (scopri l'edizione 2021) è oggi una vera e propria tradizione, una consuetudine a cui un fuoristradista non può mancare. Dal 1985, anno della prima edizione con solo 30 macchine iscritte, quasi 19.000 equipaggi hanno scelto questo evento per concludere l’anno fuoristradistico. Nel corso degli anni, da consuetudine tutta italiana, il Gradisca 4x4 è diventato un appuntamento a livello europeo con gli equipaggi stranieri, in particolare provenienti dalla Mitteleuropa, che approfittano dell’evento per godersi un lungo fine settimana dedicato sia all’offroad di qualità che alla scoperta della cultura e dei rinomati prodotti enogastronomici isontini.
Raduno Internazionale Città di Gradisca, da 30 macchine iscritte al Guinnes dei Primati: una ricetta vincente!
La ricetta vincente del Raduno Internazionale Città di Gradisca, che nel 2003 ha fatto registrare il record, certificato dal Guinnes dei Primati, di 853 veicoli partecipanti, è quella di un’esperienza semplice, divertente e soprattutto alla portata di tutti. A cui aggiungerei organizzata in maniera impeccabile da parte di tutti i soci del G.F.I. Alpe Adria. Ulteriore merito di questo successo è stata la capacità degli organizzatori di aver saputo coniugare esigenze diverse accogliendo da sempre fuoristrada di qualsiasi tipologia: da quello storico all’ultimo modello sul mercato, da quelli ben preparati ai SUV di serie, ai quali è dedicato uno specifico percorso molto gradito dai partecipanti. Al Gradisca 4x4 partecipano fuoristradisti di ogni tipo, dai neofiti del 4x4 ai veterani della disciplina, molti assieme alle famiglie e tutti insieme per celebrare la propria passione.
Gradisca 4x4 2019: la carica dei 648
In 648 - italiani, olandesi, tedeschi, austriaci, cechi, slovacchi, ungheresi, svizzeri, sloveni, croati, liechtensteniani, polacchi, russi ed un saudita - l’8 dicembre mattina si sono raccolti nella meravigliosa piazza centrale di Gradisca da dove sono partiti per vivere ogni momento di questa esperienza che all’offroad ha alternato momenti di degustazione. Oltre a tutto questo, sabato 7 e lunedì 9 il Città di Gradisca 4x4 ha previsto degli eventi collaterali ampliando così l’offerta conoscitiva del territorio, sempre su percorsi offroad, con programmi storico-culturali nella zona carsica e con visite guidate ad alcuni siti della Prima Guerra Mondiale.
Tiziano Godeas racconta il Città di Gradisca 4x4 dal punto di vista dell’organizzatore
In tutte le cronache e reportage dedicati alla 34° edizione del Raduno Internazionale Città di Gradisca avrete letto i resoconti dell’evento e visto le gallery dei partecipanti in azione. In questo articolo, ho voluto avere un approccio diverso, che rispecchia di più il mio stile e quello di Offroad Lifestyle, per capire cosa ha reso il Gradisca 4x4 così famoso ed apprezzato e quale lavoro organizzativo richiede. Per fare questo, ho intervistato in esclusiva Tiziano Godeas, presidente storico del G.F.I. Alpe Adria Offroad.
- Buongiorno Tiziano, prima di approfondire gli argomenti di questa intervista, potresti fare un bilancio della 34° edizione del Raduno Internazionale Città di Gradisca?
Il bilancio è senz'altro positivo con i commenti dei partecipanti che promuovono appieno la 34° edizione del Gradisca. Vi è stato un numero in crescendo di partecipanti e grazie alle buone condizioni meteo si sono ridotti gli imbrattamenti di fango delle sedi stradali nelle intersezioni con gli sterrati e le carrarecce di campo. Anche il livello dell'acqua nei torrenti è stato contenuto permettendo di affrontare i guadi secondo le indicazioni del road-book. Alberghi, ristori e aziende vitivinicole, con i vari programmi portati a termine, hanno beneficiato di un interessante indotto.
- Nel dicembre del 1985 si è svolta la prima edizione del raduno, raccontami come è nata l'idea e come sono stati i primi anni di questo evento.
L'idea del raduno 4x4 è nata dal presidente dell'allora associazione commercianti locale e nostro socio Renzo Gerometta che ci richiese qualche iniziativa con i fuoristrada per movimentare il centro di Gradisca nel periodo prenatalizio; così il 1° dicembre 1985 partiva, con 30 veicoli partecipanti, la prima edizione del raduno. L'anno successivo si ripeteva l'iniziativa con 50 veicoli iscritti, poi alla 3° sono diventati 101 e così via in crescendo negli anni successivi.
Da 30 vetture a 854; cifre che in Italia non hanno eguali
- Dai 30 fuoristrada della prima edizione agli 854 veicoli iscritti del 2003, come si è evoluto il raduno?
Il raduno ha avuto un'evoluzione soprattutto nei numeri in quanto ha avuto sempre una formula che privilegiasse l'aggregazione ed il piacere di stare insieme, con diversi momenti di ristoro e senza esasperazioni agonistiche. Con gli anni si sono avvicinati anche gli sponsor, tutti di prim'ordine.
- Quando hai avuto il sentore che il Raduno Città di Gradisca stava diventando qualche cosa di grande e di importante?
L'importanza del raduno l'abbiamo percepita quando i numeri salivano costantemente di edizione in edizione e raggiungevano cifre che in Italia non avevano eguali; l’avvento di sponsor importanti testimoniavano anche il richiamo mediatico e commerciale che iniziava ad avere il raduno.
Essere al Gradisca è un'esperienza unica da provare almeno una volta nella vita
- Detenere il record del più alto numero di veicoli partecipanti ed essere riconosciuti per questo motivo nel libro dei "Guinness dei Primati", come ha influito sull'evento?
Senz'altro è un prestigio poter conservare la pagina dove Gradisca viene citata nel libro dei Guinness, con tanto di foto aerea della piazza gremita di fuoristrada; molti partecipanti sono consapevoli che essere al Gradisca è un momento unico da farsi almeno una volta nella vita.
- In Italia ci sono moltissimi raduni. Secondo te per quale ragione il Gradisca è diventato un appuntamento da non perdere?
Forse perché c'è un mix di tanti fattori che accontentano tutti i palati dei fuoristradisti, dai percorsi facili a quelli impegnativi, dai greti dei torrenti a fondo cedevole ai guadi più o meno fondi a scelta del partecipante. Si mangia molto e bene nelle molteplici soste ristoro, il road-book da molte informazioni e ci sono tanti fuoristradisti con cui condividere la giornata, una buona parte anche straniera.
- Nel corso degli anni, come è cambiato il raduno e come si è adeguato alle nuove esigenze dei partecipanti e delle diverse tipologie di veicoli fuoristrada?
Il raduno negli anni non è cambiato nell’impostazione ma sono aumentate le possibilità di percorsi, soste e diversità di proposte fra tratti facili e tratti impegnativi. Ora i 4x4 sono molto più confortevoli e performanti di una volta; è una cosa ben diversa affrontare la giornata a bordo di una spartana Uaz o di una Jeep super accessoriata. Per questo i chilometri di percorsi negli anni sono aumentati e adesso toccano una trentina di Comuni nel Friuli Venezia Giulia e 2 in Slovenija. Ora il raduno ha anche dei programmi collaterali rivolti alla conoscenza del territorio con tour storici e test 4x4.
Di anno in anno sempre più stranieri si sono affiancati agli equipaggi italiani
- Molti fuoristradisti stranieri ogni anno vengono a Gradisca per partecipare al raduno. Quando è iniziata la loro partecipazione e, secondo te, per quali motivi vi partecipano?
Gli stranieri hanno iniziato a frequentare il raduno di Gradisca già dalle prime edizioni, magari in modo sparuto e coinvolti con il semplice passaparola oltreconfine; poi la nostra comunicazione nei primi anni ‘90 ha raggiunto le loro riviste specializzate e così il numero di stranieri è aumentato di anno in anno. Per chi viene dall’estero, è una ghiotta opportunità fare un buon fuoristrada raggiungendo Gradisca con non più di un giorno di viaggio. Sono molto interessati anche al lato gastronomico del raduno ed apprezzano molto i vini locali di cui fanno grandi acquisti.
- Oltre all'ovvia stesura del road-book in inglese, quali cambiamenti organizzativi ha richiesto la sempre maggiore presenza di stranieri?
Gli stranieri sono solitamente molto ligi alle regole del raduno e rispettano scrupolosamente le indicazioni evidenziate sul road-book. Molti di loro hanno alle spalle diverse edizioni del Gradisca e questo li facilità ogni qualvolta ripetono l’esperienza del raduno; inoltre, l’assistenza è sempre presente sul percorso per dare le opportune indicazioni, magari in forma semplice ma sempre comprensibile.
Il Gradisca 4x4 è un puzzle, ogni tassello è fondamentale, mancasse uno, non sarebbe più il Gradisca.
- In percentuale, il territorio, i percorsi, l'enogastronomia e l'organizzazione come influiscono sul successo del Gradisca 4x4?
Sono tutti aspetti fondamentali in egual misura. Non sarebbe un Gradisca se mancassero i tanti chilometri nei greti dei torrenti, le centinaia di addetti sul percorso, l’attraversamento di territori che rispecchiano lo spirito fuoristradistico dei partecipanti così come non sarebbe un Gradisca senza le numerose e ben fornite soste ristoro. Gradisca è un puzzle, ogni tassello è fondamentale, mancasse uno, non sarebbe più il Gradisca.
Come organizzatore è fondamentale avere un approccio responsabile
- Un argomento molto sentito oggi, e che nel 1985 era meno ovvio, è quello relativo al rispetto del territorio e dell'ambiente. Come organizzatore del raduno come ti approcci a questo delicato tema?
Il rispetto del territorio è un aspetto fondamentale; bisogna aver un approccio responsabile, sapere bene dove poter passare e dove non è opportuno, contattare tutti i proprietari, avere il loro consenso; anche le regole imposte dalle stringenti normative vanno rispettate in pienezza. Dopo la manifestazione bisogna subito ripresentarsi dagli stessi per constatare assieme eventuali deterioramenti delle strade in modo da intervenire con i ripristini apportando magari anche dei miglioramenti. Prima della manifestazione è sempre necessaria una bella pulizia dei luoghi attraversati, una sorta di maquillage per presentare al meglio i territori attraversati; serve anche una bella sfoltita dalle ramaglie e rovi sporgenti in modo da evitare graffi alle carrozzerie dei 4x4. Questo viene ben percepito dalla quasi totali della popolazione locale anche se rimane sempre una sorta di “intransigenti” che sono contro questo momento aggregativo sempre e comunque e senza alcun riferimento alla realtà dei fatti che non conoscono minimamente, come si usa dire “per partito preso”; sono gli stessi che in passato hanno appoggiato vaste cementificazioni del nostro territorio quando noi fuoristradisti eravamo gli unici a batterci per far rimanere la campagna ai naturali usi agricoli.
- In che modo sensibilizzi i partecipanti e lo staff rispetto a questo tema?
Sono temi che vanno ribaditi in ogni occasione di incontri e presentati anche sui road-book;
- Le amministrazioni pubbliche, spinte anche dai movimenti verdi, sono sempre più attente rispetto alle attività motoristiche. Vedi le polemiche relative all'ultimo Camp Jeep a San Martino di Castrozza. Quali ostacoli trovi nel richiedere le autorizzazioni e quali rassicurazioni dai loro in questo senso?
Certamente è importante non creare nessuna situazione contraria al rispetto e alla tutela dell’ambiente dimostrando continuamente la buona volontà in tal senso accompagnata da iniziative ecologiche come la raccolta di eventuali rifiuti che si possono trovare nelle zone attraversate. Inoltre, il raduno viene organizzato nel periodo di minor disturbo ambientale com’è appunto il tardo autunno. In primavera, ad esempio, il tempo sarebbe migliore e il raduno avrebbe meno rischi meteo ma si disturberebbe maggiormente la fauna con la sua riproduzione.
- Sono da sempre sostenitore dell'idea che questo tipo di eventi siano importanti sia per l'indotto economico locale e per la promozione turistica del territorio. Concordi con me?
Concordo in pieno perché il consenso dell’indotto è essenziale e sono in tanti a beneficiare della manifestazione, soprattutto i settori alberghieri e dell’enogastronomia e del turismo in generale. La quasi totalità delle spese investite fa riferimento a ditte locali.
- Ritieni che le autorità locali e gli stessi esercizi commerciali ne siano consapevoli?
Certamente si quelli che ne beneficiano ma alla fine solo pochi che lo manifestano.
Il Raduno è diventato parte della tradizione cittadina
- Gradisca, come accoglie l'evento ed i suoi partecipanti? E nel corso degli anni come si è evoluto il rapporto tra evento/partecipanti con la città?
Gradisca accoglie bene questo tipo di manifestazione perché fa parte di una tradizione che dura da tanti anni e gli aspetti positivi sono molteplici; non tutti ne beneficiano perché comunque si tratta di evento impattante per il numero elevato di mezzi e persone che invadono pacificamente la città isontina ma sono veramente poche le controindicazioni che genera il raduno. Quando fummo costretti ad annullare il raduno causa un’alluvione, la totalità delle realtà coinvolte ci manifestò sentitamente il proprio dispiacere per l’opportunità mancata.
Da sempre le amministrazioni locali sono vicine al Gradisca 4x4
- Il Raduno Internazionale Città di Gradisca coinvolge un vasto territorio di ben 32 comuni. Come gestisci il delicato rapporto con ognuno di loro e come le amministrazioni locali accolgono l'evento?
Bisogna ammettere che negli anni tutte, ma proprio tutte, le amministrazioni comunali sono state vicine alla manifestazione concedendo non solo il loro permesso di transito ma anche il patrocinio. Quest’anno, purtroppo, è cambiata l’amministrazione di un comune dell’Isontino ed il sindaco, spinto anche da una fazione che vedeva nella manifestazione una riduzione dei propri interessi (antiambientali per giunta ....) ha negato alcuni tratti di percorso.
G.F.I: una lunga storia fatta di persone e passione
- Detto questo, adesso mi piacerebbe approfondire un altro aspetto. Forse quello senza il quale il raduno non potrebbe esserci. La storia del G.F.I. Alpe Adria Offroad ha le sue origine nel lontano 1980. Puoi presentarmi il club e ripercorrere brevemente la sua storia?
Il Gruppo Fuoristradistico Isontino nasce il 24 aprile 1980. Nei primi anni l’attività del club è piuttosto ridotta, rivolta soprattutto ad allacciare contatti amichevoli con altri possessori di veicoli fuoristrada. Un primo approccio organizzativo si concretizza il 13 settembre ‘81 con il “1° Meeting Nazionale del Fuoristrada”. Solo nel 1985 il G.F.I. inizia a proporsi come organizzatore di manifestazioni ed il 1° dicembre parte la prima edizione del “Raduno 4x4 Città di Gradisca” con la presenza al via di 30 fuoristrada. L’anno successivo la manifestazione cresce ed i partecipanti diventano 50, poi nel ‘97, 101 e così via a salire fino ad oltrepassare le 600 presenze nelle ultime edizioni del raduno, con un picco massimo nel 2003 con 854 fuoristrada 4x4, evento più volte ricordato nel libro dei “Guinness dei primati”. Nel frattempo il club si espande territorialmente e il nome dell’associazione, nel 1995, viene ampliato in “G.F.I. Alpe Adria Offroad”. Oltre al raduno di Gradisca, il G.F.I. organizza numerose altre iniziative fra le quali vanno ricordati alcuni raduni come quelli commissionati dalla Rusconi Editore “La via delle Malghe”, “Tra Vapori e Sapori” e “Passaggio a nord-est”, “Tra lupi e leggende”, “Cinque Terre ed Un’Alta Via”, quattro edizioni di “Sotto le Stelle”, ventitre edizioni del “Raduno Rosa”, quattordici “Raduni Faedis”, nove “Alta Val Torre”, due raduni “Notte in collio” ed alcune gare valide per il “Trofeo Alpe Adria”. Dal 2004 ha organizzato per Porsche Italia 8 edizioni del raduno nazionale riservato ai modelli Cayenne. Una parte del club si dedica al volontariato nella Protezione Civile, all’insegnamento della guida sicura in 4x4, alle iniziative di solidarietà con l’accompagnamento di persone disabili in giornate a loro interamente dedicate, alla raccolta fondi per persone o comunità svantaggiate, nonché ai temi dell’ecologia con la pulizia di tutti i percorsi interessati alle manifestazioni 4x4 dal club stesso promosse. Nel 2018 ha ottenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia il riconoscimento della personalità giuridica.
- Quanto è importante aver alle spalle un club solido e coeso per il successo del raduno?
La coesione è un fattore importante ma non sempre è facile unire le varie anime. Anche qui riprendo il concetto che tutto va considerato come un mosaico e tutte le particelle sono ugualmente importanti; c’è chi fa molto oppure pochino, ma tutti sono importanti e fondamentali per raggiungere gli obiettivi.
- Come è strutturato ed organizzato il lavoro di preparazione al raduno?
Innanzitutto vi è un lavoro burocratico che inizia ancor prima che finisca l’evento dell’anno precedente; poi durante il periodo estivo si lavora sulla definizione dei percorsi e sui rilasci dei permessi ed in ottobre gli “scout” del G.F.I. partono per il taglio degli arbusti e dei rovi lungo i vari itinerari che comprendono molti più percorsi di quelli che poi verranno utilizzati in modo da non trovarsi spiazzati in caso di eventi naturali che precludono certi passaggi.
- Quante persone sono coinvolte nello staff e come le gestisci prima durante e dopo il raduno?
Lo staff organizzativo raggiunge il centinaio di persone con una sessantina di mezzi fuoristrada, 8 trattori, oltre a una quarantina di unità impegnate nei ristori, nei parcheggi e nei servizi dei bagni.
- A raduno finito, i partecipanti tornano a casa felici e soddisfatti. Una importante gratificazione per te ed il club. Credo però che il vostro lavoro non finisca con la fine dell'evento. Nei giorni successivi al Gradisca cosa vi aspetta? Che tipo di attività dovete svolgere?
Dopo il raduno il lavoro è intensissimo perché bisogna fare molto e soprattutto presto; bisogna intervenire subito su molti campi e questo rende il post raduno impegnativo alla pari dei giorni che lo precedono.
Una immensa passione ci spinge ad organizzare ogni anno il Gradisca
- Per te è per il G.F.I. organizzare il Raduno Internazionale Città di Gradisca è un lavoro immane, che -aggiungo io- fate egregiamente. Cosa vi spinge ogni anno ad affrontare tutto questo lavoro?
Una immensa passione e la convinzione che bisogna fare qualcosa anche per gli altri e il nostro territorio; va aggiunta una certa dose di incoscienza perché poi, alla fine, le responsabilità sono enormi.