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Brothers in Arms: i fratelli Arrigucci e il loro super Suzukino

Da qualche hanno appeso i caschi al chiodo, pur non avendo mai abbandonato i campi di gara, i fratelli Arrigucci, del team Evolution 4x4, hanno scritto pagine importanti del fuoristrada italiano. Con la loro sportività, la loro bravura ed il loro Suziki sono stat,i e lo sono ancora, un esempio per tanti appassionati di fuoristrada estremo.

Foto e testo di Paolo Baraldi

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Nel corso degli anni, sui vari campi di gara italiani di estremo, ho incontrato tanti equipaggi composti da persone molto interessanti e molto brave dal punto di vista sportivo. Fra tutte queste, sicuramente i fratelli Arrigucci, Michele e Riccardo, sono tra quelle che più mi hanno colpito per vari motivi. 

Gli Arrigucci protagonisti della storia del fuoristrada italiano

In primo luogo, mi è piaciuto il loro aspetto umano: sempre gentili, disponibili con tutti e pacati nei modi mentre dal lato sportivo, sono stati la rivelazione del campionato XTC 4x4 2015 e poi, negli anni successivi, hanno sempre confermato la loro leadership. Oltre ad essere dei bravi piloti e dei bravi navigatori, gli Arrigucci sono anche dei bravi meccanici; si sono costruiti tutto da soli il loro 4x4 che è a tutt’oggi uno dei veicoli più performanti in Italia.

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Da sinistra Michele e Riccardo Arrigucci

Orami mi dovreste conoscere bene e sapere che mi piace scoprire le storie dei protagonisti del nostro fuoristrada; ecco che con questa intervista andremo a conoscere meglio Michele e Riccardo Arrigucci ed anche alcuni segreti del loro Suzukino.

Alla fine babbino non è mai andato a caccia con quella macchina

Quando e come vi siete avvicinati al fuoristrada e quali sono state le vostre prime esperienze?

La nostra avventura nel mondo del fuoristrada è iniziata tanti anni fa quando non avevamo neanche la patente e passavamo buona parte dei nostri pomeriggi a scorrazzare, tra fango e polvere, all'interno dell'azienda agricola del nostro babbo a bordo di un'Ape. Poi, crescendo sono cambiati i mezzi ma non la voglia di divertirci. Il primo nostro 4x4 è stato un Suzuki Samurai che abbiamo comprato a metà con nostro padre a patto che si usasse sia noi, per andare a lavoro, che lui per andare a caccia. Alla fine babbino non è mai andato a caccia con quella macchina. Con il Suzukino, ancora tutto originale, abbiamo partecipato ai primi raduni ma vedendo gli altri che avevano mezzi molto più superiori rispetto al nostro, ci prendeva sempre di più la voglia di fare le prime modifiche. Essendo però alle prime armi non sapevamo bene da dove cominciare. Il primo cappottamento segnò forse il punto di svolta nella preparazione del Samurai. Ovviamente abbiamo iniziato dal rollbar per poi passare al'assetto, ancora a balestre. Da quel momento è stato tutto un susseguirsi di vari up-grade: blocchi, verricello, super ridotte, gomme più alte e la lista potrebbe continuare all'infinito. Ovviamente iniziarono anche a presentarsi le inevitabili rotture. Per ovviare a questo problema abbiamo montato dei ponti Toyota ed eliminato le balestre a favore delle molle.  Poi, per fare posto a delle gomme ancora più grandi iniziarono anche i primi tagli della carrozzeria. Il risultato finale è stato incredibile; la macchina si muoveva benissimo ed eravamo molto soddisfatti del nostro lavoro. Ma c'era il rovescio della medaglia, il Samurai non poteva più circolare per strada ed eravamo quindi davanti ad un bivio: tornare indietro con la preparazione o dedicarci alle gare. Naturalmente abbiamo scelto le gare.

 

Quale è stata la vostra prima gara?

La nostra prima corsa è arrivata quasi per caso; era vicino a noi e si svolgeva nel territorio dove andavamo a "giocare" con il vecchio club. Il Fulminati Challenge è stato il nostro battesimo nel mondo delle competizioni. Come prima esperienza non è andata malissimo. Si trattava di un evento a gironi ed abbiamo fatto quasi tutti i giri. All'ultimo però abbiamo stallonato e piegato la barra phanard. Gara finita ma la scintilla era scoccata e  la voglia di correre aumentava sempre di più. La seconda nostra corsa è stato il WTI a Sezze ed è  andata decisamente meglio: abbiamo vinto! In quell'occasione ci è stato dato casualmente il numero 11 che poi abbiamo deciso di fare nostro.

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Con Massimo Rubechini (l'attuale presidente), Filippo Morandini, Claudio Mearini e molti altri abbiamo fondato l'Evolution 4x4 basato soprattutto sull'amicizia e sulla voglia di divertirsi

Perché avete scelto l’XTC 4x4?

Da quella vittoria ci siamo sentiti in grado di partecipare ad un campionato. Avevamo visto varie gare sia di XTC che di WTI ed alla fine abbiamo optato per l'XTC 4x4 per il semplice motivo che ci sembrava più completo sia nell'uso dei verricelli e delle strops che nei passaggi soprattutto in laterale. Nel frattempo, dopo alcuni contrasti all'interno del nostro vecchio club,  con Massimo Rubechini (l'attuale presidente), Filippo Morandini, Claudio Mearini e molti altri abbiamo fondato l'Evolution 4x4 basato soprattutto sull'amicizia e sulla voglia di divertirsi. Abbiamo quindi fatto le prime apparizioni nell'XTC 4x4 tanto per sondare il terreno. Io (Riccardo) come navigatore di Massimiliano Borzi e Michele, anche lui come navigatore, di Filippo Morandini. Questa esperienza ci è servita per l'anno successivo. Abbiamo studiato i percorsi per capire come costruire la nuova macchina. Pippo, Morandini, decise di non stravolgere più di tanto il suo Samurai mentre noi avevamo in mente tutt'altro progetto soprattutto vedendo che la macchina di Filippo non andava affatto male. Dovevamo ingegnarci per farla meglio perché con Pippo c'è sempre stata una grande amicizia ma anche una grande rivalità sportiva nata ai tempi dei motorini e dell'Ape. Iniziò così il nuovo progetto del Blu stando attenti anche al risparmio perché non avevamo una grande disponibilità finanziaria e quindi, dove potevamo, ci siamo costruito tutto noi:  dagli ammortizzatori al verricello meccanico, che è diventato il punto di forza del nostro 4x4, passando per i cerchi con beadlock. Così facendo, abbiamo sicuramente risparmiato ma le ore trascorse a lavorare aumentavano sempre di più e i giorni passavano velocemente fino ad essere arrivati alla settimana prima della prima tappa di Imperia con la macchina ancora da terminare ma soprattutto senza averla mai provata. Gli ultimi giorni furono veramente frenetici. Il venerdì della partenza per Imperia non mi ricordo in quanti eravamo al lavoro sul Suzuki ma eravamo veramente tanti. Così senza averci fatto neanche un metro di prova e con solo un tiro di verricello, dietro l'officina per vedere se almeno quello funzionava, siamo partiti con molti dubbi e dicendoci che l'avremmo provata in gara. Arrivati a Colle San Bartolomeo, con il cuore in gola, siamo partiti per la prima prova ed incredibile ma vero dopo soli 50 metri era come averla guidata da sempre: veloce, precisa e maneggevole. Funzionava tutto alla perfezione!  Era uno spettacolo! Da li in poi è stato un susseguirsi di podi che non ce lo saremo mai aspettato. Questi 3 anni di gare sono stati indimenticabili; ci siamo davvero divertiti e rimarranno per sempre nelle nostre menti. 

Sostituire un motore in mezzo ad un campo non ci era mai capitato e non è stato semplice ma la soddisfazione più grande è stata proprio quella: riuscirci e correre

Il momento più brutto e quello più bello?

Il momento più brutto, l'unico, è stato all'XTC di Pico del 2016 quando abbiamo rotto il motore compromettendo tutta la giornata di gara. Il momento più bello è stato il giorno dopo quando, con un motore sostitutivo portato il sabato sera da un amico da Siena, siamo riusciti a ripartire facendo tutti i migliori tempi e arrivando terzi di tappa. Sostituire un motore in mezzo ad un campo non ci era mai capitato e non è stato semplice ma la soddisfazione più grande è stata proprio quella: riuscirci e correre.

 

Altre gare a cui avete partecipato?

Ultimamente abbiamo corso nella finale di WTI a Bolsena; abbiamo vinto! È stata una delle più belle gare che abbiamo fatto.

 

Cosa vi ha lasciato l’XTC 4x4?

L'XTC praticamente ci ha cresciuto in ambito fuoristradistico. È il campionato più completo in quanto nei percorsi c'è di tutto, dal passaggio laterale al tiro di verricello, dalla velocità in alcune gare all’ostacolo molto tecnico. Per noi, visto i risultati in altri campionati ed anche all'estero, vedi Filippo Morandini e Simone Cognini al Croatia Trophy, l'XTC 4x4 è un ottima scuola. 

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Un vostro consiglio a chi vuole iniziare a correre nell’XTC 4x4?

Un consiglio a chi si cimenta per la prima volta nel campionato XTC, è di studiarsi bene le prove perché a volte sembrano facili ma nascondo delle vere e proprie insidie. Un altro consiglio è di conoscere bene le potenzialità del proprio mezzo ed avere un buon affiatamento tra pilota e navigatore.

L'Evolution 4x4 più che un team è una vera famiglia.

Siete dell’Evolution 4x4, cosa significa avere un team così affiatato sui campi di gara?

L'Evolution 4x4 più che un team è una vera famiglia. L'abbiamo sempre detto ma è così sia sui campi di gara che al di fuori di essi. È meraviglioso avere il supporto di un team come il nostro! Quando c'è bisogno ci aiutiamo a vicenda come una vera squadra, sia per riparare le macchine che nella valutazione delle prove, ma ci divertiamo anche tantissimo. Ci prendiamo in giro a vicenda ma soprattutto ci facciamo tante risate.

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Piccolo, affidabile e performante... un 4x4 ancora attuale nonostante abbia già qualche anno

Ed infine, il vostro Suzukino è molto performante; ci volete svelare qualche segreto?

La macchina è un Suzuki Samurai con motore 1.6 a 16 valvole completamente  originale. È stata sostituita solo l'elettronica del motore con una centralina programmabile. La frizione è rinforzata, il cambio è originale come pure il riduttore al quale abbiamo montato le super ridotte 4.16. I ponti sono di un Toyota LJ70 con blocchi dei differenziali ARB; i semiassi ed i giunti anteriori sono dei Long Field mentre quelli posteriori sono originali. Per gli ammortizzatori coassiali abbiamo preso un'idraulica che più o meno ci andasse bene ed abbiamo costruito tutto il resto. Il verricello anteriore è meccanico, costruito interamente da noi, mentre il posteriore è un 9500 lb montato sul ponte posteriore per agevolare la distribuzione dei pesi. Il rollcage esterno in acciaio ed il fondo piatto in duralluminio sono artigianali. L'impianto di sterzo è full hydro. Il radiatore è montato posteriormente. Le gomme sono delle 35 pollici montate su cerchi in lega OZ con sistema antistallonamento realizzato da noi. Il serbatoio ha il pescaggio costruito per lavorare bene in tutte le situazioni.