Un incontro, quello con la King of the Hammers, che mi ha cambiato la vita sia personale che professionale. Da quel febbraio del 2011 mi si è svelato un nuovo mondo che mi continua ad affascinare ed emozionare.
Foto e testo di Paolo Baraldi
Me la ricordo ancora benissimo la mia prima volta alla King of the Hammers. L'arrivo a Los Angeles, il viaggio in camper, ricco di aspettative, verso la Johnson Valley, l'entrata nella Boone Road ed infine eccola li... Hammertown! Un sogno che diventa reale.
Era il febbraio del 2011 e la quinta edizione della KOH. Da quell'anno la King, come affettuosamente la chiamo, é entrata nella mia vita ed ogni anno devo ritornarci; è un po’ come tornare alla mia seconda casa dove ci sono tanti amici da ritrovare.
Dopo l'entusiasmo iniziale per essere finalmente lì a passeggiare per le vie di Hammrtown, incredibile ed unica città che come sorge dal nulla, svanisce altrettanto velocemente dopo la gara, la cosa che più mi é rimasta impressa nella memoria é stato il mio primo incontro con Dave Cole mentre era alla partenza delle qualifiche; gentile, disponibile e professionale.
A dire il vero, per primo ho incontrato Jeff Knoll, a quei tempi ancora socio di Dave. Mi riceve nella tenda dello staff per una intervista assicurandosi prima via radio di non essere disturbato: " I'm off for 30 minutes because I'm with an Italian journalist". Poi l'incontro con Shannon Welch e con Emily Miller. Due donne fantastiche che ammiro e stimo. Da quel giorno con Emily è nato un feeling professionale che dura a tutto oggi.
La vera immersione nello spirito della King of the Hammers è avvenuto il giorno dopo con la Contingency. Passeggiare per Hammertown per vedere tutti i teams allineati con i loro veicoli è stato emozionante come è stato entusiasmante incontrare e conoscere piloti come Shannon Campbell, Tony Pellegrino, Randy Slawson e tutti gli altri grandi di cui avevo solo sentito parlare o visto in azione nei video. In quel momento, la cosa che mi ha colpito, è stata la grande disponibilità dei piloti a parlare, raccontarsi, spiegare le specifiche delle loro macchine e chiedere informazioni sul fuoristrada in Europa.
Il sole sorge dalle montagne, i motori rombano e le macchine sono in fila come cavalli scalpitanti per la partenza… è venerdì finalmente il giorno della gara!
Che emozione vedere la partenza, correre al Backdoor, quell’anno si passava in salita, per assistere alle acrobazie dei piloti, andare a vederli scalare il Chocolate Thunder e poi ritornare ad Hammertown per vedere Shannon Campbell vincere la King of the Hammers.
Questo è stata la mia prima King of the Hammers; l’incontro con un mondo tutto nuovo che mi ha appassionato talmente tanto che, a distanza di 9 anni sono ancora innamorato e non posso fare a meno di Ultra4.
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