Per gli americani, ed anche per i nostri lettori più assidui, la nuova Jeep Wrangler JL non ha più segreti. L'abbiamo seguita sin dal suo esordio (novembre 2017) al Los Angeles Auto Show per poi provarla (febbraio 2018) nella Johnson Valley, fino a presentarvi il primo esemplare, a livello mondiale, preparato grazie alla californiana Dynatrac. In Italia, ed Europa, arriverà a settembre ma, grazie a Rocks' 4x4, possiamo presentarvi in esclusiva europea il primo JL completamente allestito e preparato nel Vecchio Continente.
Foto Paolo Baraldi
Tutti l'aspettano con trepidazione ma in Europa ancora non è in vendita, perché l’arrivo ufficiale del nuovo Wrangler JL è previsto per settembre, ma un esemplare, l’unico al momento, circola già da qualche settimana in Italia. L’ha acquistato negli USA la Rock’s 4x4, la rinomata azienda romana specializzata nella produzione di accessori per le Jeep, che naturalmente l’ha subito allestito con alcuni accessori dedicati, realizzati a tempo di record. E, grazie alla disponibilità del titolare Fabrizio Venturini, noi l’abbiamo analizzata e provata in anteprima. Si tratta di una Unlimited Rubicon motorizzata con il 3.6 V6 Pentastar a benzina, cioè la versione top di gamma.
Al primo sguardo, solo ai più esperti salteranno all’occhio le differenze con la JK. In realtà, con il precedente modello condivide in pratica solo la “J” del nome e il tappo del bocchettone della benzina. Nonostante la somiglianza estetica, la JL è in tutto e per tutto un’altra macchina rispetto alla JK. L’ottimo lavoro effettuato dalla casa, che si è avvalsa di cinque ingegneri progettisti tutti appassionati praticanti di fuoristrada, ha permesso di eliminare i principali difetti della precedente JK e di affinare tutti gli aspetti che non piacevano. Il risultato è il miglior fuoristrada di serie oggi disponibile sul mercato.
Il telaio, tutto nuovo, è simile a quello della JK nella parte anteriore e completamente diverso nella parte posteriore, dove si restringe per consentire la nuova collocazione degli ammortizzatori, ora fissati all’esterno dei longheroni, una posizione che li fa lavorare molto meglio. Lo schema delle sospensioni è rimasto invariato ma è stato affinato sia per un uso su strada che in off road, infatti vantano una maggiore escursione, e gli ammortizzatori sono stati ritarati. I ponti rigidi sono sempre dei Dana, con differenziali bloccabili manualmente sulla Rubicon, ma sono di nuova concezione, più robusti e più larghi che sulla JK. Sotto il cofano della JL al momento vengono montati due motori, entrambi a benzina: un nuovo 4 cilindri di 2.0 litri turbo da 270 CV con tecnologia mild hybrid e, appunto, il 3.6 V6, ereditato dalla JK, capace di 285 CV, però caratterizzato da un’erogazione decisamente migliorata (quest’ultimo, purtroppo, in Europa non sarà commercializzato). Il motore diesel destinato al mercato europeo è il 2.2 MultiJet II da 200 CV (e 450 Nm) che già equipaggia la Cherokee e l’Alfa Romeo Giulia. Forse, ma è tutto da vedere, l’anno prossimo arriverà il diesel 3.0 V6 della VM Motori che già equipaggia la Grand Cherokee WK2 e il Dodge Ram 1500, che sviluppa 260 CV e una coppia di ben 600 Nm. Per quanto riguarda il cambio si può scegliere tra un cambio manuale Aisin tutto nuovo a 6 rapporti e un automatico ZF a 8 rapporti.
Come dicevamo, la Rock’s 4x4 non ha perso tempo apportando le prime modifiche funzionali, che come sempre hanno migliorato anche l’estetica del veicolo. Ogni componente è stato creato ex novo, perché nessun accessorio della JK combacia con la JL. Troviamo così i paraurti in acciaio Stealth anteriore e posteriore, decisamente più belli e soprattutto più idonei ad un utilizzo in fuoristrada, un verricello elettrico da 9500 libbre, le protezioni sottoporta, l’assetto rialzato di 2,5” (circa 6 cm) e i pneumatici da 35”, che hanno preso il posto delle gomme originali da 33” senza alcuna modifica grazie alla collocazione più alta dei parafanghi della versione Rubicon.
Su strada, e in termini di fruibilità quotidiana, la JL si dimostra nettamente superiore alla JK, sotto tutti gli aspetti. Il motore 3.6, pur erogando gli stessi cavalli di prima, sembra un altro: la nuova mappatura e, soprattutto, l’abbinamento con il nuovo cambio automatico a 8 marce lo rendono molto più pronto e performante. Sembra di avere 100 cavalli in più! Il cambio infatti mantiene il V6 sempre in piena coppia, e si fa apprezzare anche per la rapidità e la dolcezza di funzionamento. Di conseguenza in accelerazione e in ripresa la JL è decisamente più rapida della JK. La stabilità e la tenuta di strada sono notevolmente aumentate, anche sul bagnato a velocità elevate, grazie alla nuova geometria delle sospensioni ma anche alla taratura di serie un filo più rigida. La nuova combinazione di molle e ammortizzatori a gas installati dal preparatore ha ulteriormente migliorato la capacità di assorbire le asperità del fondo, anche alle alte velocità su sterrato fortemente sconnesso, e di mantenere molto stabile la vettura, senza compromettere il comfort di marcia, che resta elevato. Rispetto alla JK il comfort nel complesso è migliorato parecchio, tranne che per un aspetto: a fronte di una meccanica molto silenziosa, i fruscìi aerodinamici sono sempre evidenti, e dai 130 km/h in poi cominciano a infastidire. La Rock’s 4x4, peraltro, è prontamente intervenuta in alcune zone della parte anteriore dell’abitacolo riportando la rumorosità su livelli accettabili. Lo sterzo è più diretto e la vettura è più precisa della JK. Per farvi capire, in una scala da 1 a 10 la JL sta a 10, mentre la JK sta a 7 (e scende a 5 sull’asfalto bagnato). La frenata è stata potenziata come si deve con l’adozione di dischi più grossi e pinze anteriori maggiorate e a doppio pistoncino, sicché sono migliorati parecchio sia l’efficienza che gli spazi di arresto, ora ottimali. I consumi, invece, sono rimasti pressoché invariati rispetto alla JK.
La JL si conferma molto ben guidabile e al contempo ben controllabile anche sullo sterrato veloce, dove è capace di divertire parecchio perché permette di mantenere velocità elevate. Nei percorsi più tecnici la mobilità è superiore rispetto alla JK, grazie soprattutto al migliore lavoro svolto dalle sospensioni, che copiano il terreno alla perfezione. Ovviamente, oltre che la lunga escursione degli assali garantita dall’assetto Rock’s 4x4, in queste situazioni risulta di fondamentale aiuto la dotazione di serie della versione Rubicon, che include il rapporto di riduzione delle marce di 4:1, i differenziali anteriore e posteriore bloccabili elettricamente e la barra antirollio anteriore scollegabile elettricamente. “Certo, anche la JL avrà dei punti deboli che mano a mano scopriremo” dice Venturini, “così come il tempo ci dirà quanto è affidabile”. In ogni caso, però, la JL Rubicon si conferma il fuoristrada più capace, in configurazione di serie, oggi in produzione nel mondo. Gli appassionati di Jeep di tutto il pianeta lo richiedevano a gran voce, ma con la paura di ritrovarlo “suvvizzato”. E invece dobbiamo toglierci il cappello di fronte alla scelta controcorrente di Jeep che ha fatto tesoro dell’esperienza accumulata da tanti preparatori e utilizzatori nei dieci anni di produzione della JK per proporre un veicolo che già di serie è in grado di affrontare l’off road impegnativo, e con poche modifiche non invasive se le cava egregiamente anche nell’hard.
I DETTAGLI DEL LAVORO EFFETTUATO DA ROCK'S 4X4.
Il motore 3.6 V6 VVT Pentastar, che sviluppa la potenza massima di 285 CV e una coppia massima di 352 Nm, già equipaggiava la JK ma qui è caratterizzato da un’erogazione decisamente migliorata.
In questo esemplare il motore è abbinato a un cambio automatico a 8 rapporti 850RE Torqueflite (che in realtà del noto cambio Chrysler conserva solo il nome, dato che è prodotto dalla ZF) e ad una versione migliorata del ripartitore-riduttore NV241OR.
“La stretta traversa forata tra i longheroni, sotto il cambio, interferisce con l’albero di trasmissione e andrebbe modificata posizionandola leggermente più alta e indietro per consentire più movimento all’albero stesso” dice Venturini.
Rispetto alla JK l’assale anteriore è stato spostato in avanti, incrementando il passo di 6 cm sulla Unlimited, il cui interasse ora misura 3 metri (il passo della 3 porte, invece, è aumentato di 3,6 cm, arrivando a 2,46 metri). I ponti rigidi anteriore e posteriore mantengono la denominazione di Dana 44, ma in realtà si tratta di nuovi assali basati sulla nuova architettura Advantek di Dana (modello M210 l’anteriore, M220 il posteriore), che non ha molto in comune con i 44 della JK, così come questi non avevano granché da spartire con i 44 della TJ. I nuovi ponti della JL sono più robusti e presentano differenti coppie coniche (da 210 mm l’anteriore, da 220 mm la posteriore sulla Rubicon) e tubi più spessi. Inoltre sono più larghi: quelli della Rubicon di 3,81 cm rispetto alle versioni Sport e Sahara, e di 6,35 cm rispetto agli assali della JK. I ponti della Rubicon hanno i differenziali bloccabili elettricamente al 100%.
Il ponte anteriore presenta delle C davvero massicce, mentre i mozzi sono in alluminio.
Da segnalare la novità, rispetto alla JK, del sistema FAD (front-axle disconnect), che utilizza un motorino elettrico per scollegare il semiasse anteriore destro dal differenziale quando si marcia con la sola trazione posteriore. In questo modo, quando si marcia con due ruote motrici, l’albero di trasmissione anteriore non gira più come sulla JK, eliminando vibrazioni e riducendo il consumo di carburante.
Il telaio, completamente nuovo, è simile a quello della JK nella parte anteriore e completamente diverso nella parte posteriore, dove si restringe per consentire la nuova collocazione degli ammortizzatori, ora fissati all’esterno dei longheroni. Lo schema sospensivo a 4 puntoni più barra Panhard è stato mantenuto, ma la geometria dei puntoni è stata cambiata per ottenere un effetto anti-squat. E in effetti il corpo vettura risulta più stabile, con una tendenza al beccheggio molto minore. Tra l’altro è stato migliorato anche il sistema di sgancio della barra stabilizzatrice anteriore, che dovrebbe risultare meno fragile. Avendo rialzato l’assetto, all’avantreno la Rock’s 4x4 ha montato una coppia di puntoni inferiori più lunghi, per ripristinare il corretto angolo di caster. Quelli superiori, invece, sono ancora gli originali.
Con un rialzo contenuto come questo i puntoni posteriori non richiedono di essere modificati.
Per rialzare il corpo vettura di 2,5” (circa 6 cm) sono state adottate molle Mopar (in attesa che il preparatore avvii la produzione in proprio) e ammortizzatori Rock’s a gas a taratura fissa, con attacchi disassati per farli lavorare ancora meglio (gli originali, in fase di massima escursione, toccherebbero il telaio). Di conseguenza si è reso necessario allungare le biellette delle barre stabilizzatrici (le anteriori di 10 cm, le posteriori di 3 cm). È da notare che gli ammortizzatori della JL sono più lunghi rispetto alla JK, ed hanno gli attacchi tutti a occhio. Gli ammortizzatori posteriori, grazie alla posizione degli attacchi esterni ai longheroni del telaio, lavorano in linea, non obliqui come sulla JL, a vantaggio dell’omogeneità della progressione. Tra gli interventi programmati dal preparatore romano c’è anche il rinforzo degli attacchi al ponte degli ammortizzatori posteriori, che appaiono un po’ deboli.
Tra gli elementi rimasti di serie ci sono anche le barre Panhard, grazie al fatto che lavorano molto più in linea che sulla JK, e la barra dello sterzo, anch’essa ben posizionata. Il preparatore ha sostituito l’ammortizzatore di sterzo di serie con uno maggiorato a gas di sua produzione. “Che però”, dice, “si trova in una posizione abbastanza esposta agli urti, per cui provvederemo a realizzare un rilocatore”. Sulla JL la servoassistenza dello sterzo è di tipo elettroidraulico.
La frenata è stata potenziata adottando dischi più grossi (anteriori 12,9x1,1” su Sahara e Rubicon, posteriori 13,4x0,55” su Rubicon) e pinze anteriori maggiorate e a doppio pistoncino.
La vettura “calza” pneumatici BF Goodrich All Terrain KO2 di misura 315x70 R 17 su cerchi in lega Method 8.5x17 ET 0.
Entrambi i paraurti sono gli Stealth in acciaio PBO ad altissima resistenza (le lamiere esterne sono spesse 3 mm), di forma simile a quelli che Rock’s 4x4 ha realizzato per la JK, ma gli attacchi al telaio, le curvature e la larghezza della vettura sono diverse, per cui la parte retrostante dei paraurti è stata riprogettata da capo. Il paraurti anteriore alloggia 6 fari supplementari a LED incassati e dietro di esso si trova un verricello elettrico Superwinch Talon 9.5 da 4,3 tonnellate con cavo tessile, fissato ad una piastra (anch’essa costruita ad hoc) imbullonata al telaio. Una cover sollevabile nasconde la bocca del verricello quando non viene utilizzato. Per ridurre il peso e i consumi alcuni componenti come le portiere, le cerniere, il cofano, i parafanghi ed il telaio del parabrezza sono realizzati in alluminio ad alta resistenza mentre altre parti della carrozzeria, come il portellone posteriore, sono di magnesio. Migliorati i ganci ferma cofano, che non fanno vibrare il cofano alle alte velocità come sulla JK, ed il parabrezza ora è reclinabile con facilità, non essendo più imbullonato. I fari sono tutti a LED, così finalmente al buio si dispone di una luce adeguata.
I paraurti Rock’s 4x4 sono predisposti per potervi avvitare dei ganci heavy duty (optional). Nella foto di destra, le barre sottoporta Rock’s 4x4 in acciaio, imbullonate al telaio.
Le gomme maggiorate impongono l’installazione di un rilocatore della ruota di scorta.
Il nuovo interno della JL combina stile, versatilità, comfort ed ergonomia. In tutto l’abitacolo sono stati utilizzati materiali di buona qualità, robusti e anche lavabili. La plancia verticale ha una forma scolpita e pulita, e riprende alcuni elementi della “sorellona” Grand Cherokee. Tutti i comandi (numerosi), le prese di ricarica e le porte di connessione sono raggruppati nel pannello centrale, in modo da essere facilmente raggiungibili dagli occupanti dei sedili anteriori. Da notare che l’avviamento a pulsante ora è di serie, e il motore si può avviare anche a distanza tramite il telecomando. Il quadro strumenti è dotato di un display a LED dove sono visualizzate numerose informazioni (c’è anche l’inclinometro!). Un altro schermo touch, in alto sulla plancia, ospita il sistema Uconnect di quarta generazione. Inoltre, in basso si trovano 4 alloggiamenti ausiliari (AUX) che consentono di aggiungere facilmente i pulsanti per altrettanti optional come fari, o verricello o altro. I sedili anteriori ed il volante sono riscaldabili. I passeggeri posteriori della Unlimited ora hanno a disposizione più spazio per le gambe, grazie all’aumento del passo di 6 cm, e un divano meglio conformato, con schienale più inclinato e confortevole. Il bagagliaio della Unlimited ha una capienza molto più elevata rispetto alla JK.
IL PREPARATORE (nella foto, Fabrizio Venturini, titolare di Rock’s 4x4)
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Approfondimenti sul Wrangler JL:
- Il nuovo Wrangler JL messo a nudo