Foto e testo Paolo Baraldi
Simone Cognini e Andrea Aguzzi, team Evolution 4x4, hanno vinto il Croatia Trophy 2017, nella categoria Adventure, alla loro prima volta. Sono anche i primi italiani a vincere la dura gara croata. Ecco le loro impressioni.
"Ogni giorno Simone Bumba Cognini si sveglia e sa che dovrà correre più veloce di Filippo Morandini. Ogni giorno Pippo si sveglia e sa che dovrà correre più veloce di Bumba. Non importa se tu sei Bumba o Pippo. L'importante è che cominci a correre!"
Marco Uber Ubertini
Dopo aver vinto a febbraio il Croatia Trophy Italian Experience, Simone e Andrea sono partiti alla volta di Topusko in Croazia per mettersi in gioco in quella che potremmo definire la "gara della loro vita". La voglia di fare bene era mescolata al timore riverenziale per il Croatia Trophy; si sono messi in gioco e con determinazione hanno portato a casa un grandissimo risultato: primi nella classe Adventures e primi italiani a vincere questa competizione.
Le impressioni di Simone "Bumba" Cognini
“Guardavo i video del Croatia Trophy e sognavo di essere li… poi grazie ai ragazzi del Friuli Fuoristrada che hanno organizzato l’Experience, che ho vinto, il mio sogno nel cassetto, che tenevo solo per me, si è realizzato. Che emozione! Prima di partire per Topusko ero molto intimorito da questa gara sia per i racconti di chi ci era già stato sia per quello che rappresenta; una vera e propria leggenda del fuoristrada. Pensavo… beh se riesco a stare tra i primi dieci è già un grande successo. La vittoria del prologo mi ha dato molto coraggio anche se partire davanti con l’incognita del roadbook non è facile. Poi ho capito che più riuscivo a stare tra i primi più era facile, per modo di dire, perché le fangaie non erano devastate dal passaggio di tutti gli altri e nelle strade nella foresta non c’erano le insidiose carenge. La notturna è forse la tappa dove più mi sono divertito; gli altri faticavano a controllare il 4x4 mentre io riuscivo a guidare benissimo nel fango che è il mio terreno ideale… che emozione! Tutti mi dicevano: il segreto è non esagerare e non andare troppo forte. Non è poi mica vero… per vincere bisogna andare forte, basta saper stare li ad un passo dal limite. Devo ringraziare il mio navigatore Andrea Aguzzi, se ho vinto è merito anche suo, perché ha fatto un ottimo lavoro: bravo nel seguire il roadbook, bravo nel lavoro con il verricello e bravo a riparare la macchina lungo il percorso. Non so, forse è perché ho vinto, ma alla fine non mi è sembrata una gara così difficile. Se vicino a te hai le persone giuste forse tutto diventa più facile. Il Croatia Trophy lo vinci come team e non singolarmente; questa vittoria è di tutti noi! E’ dei miei meccanici, Lauretto Cutini e Mirko Alba, ed è di tutto il Team Evolution 4x4 con Marco Ubertini sempre presente sul campo per aiutarmi, rincuorarmi e per fare da traduttore e con il presidente Massimo Rubechini che è venuto a trovarci per darci coraggio. Anche le gare che ho fatto in Italia hanno contribuito a questo successo dandomi la giusta esperienza per affrontare il Croatia Trophy. Spero di poterci ritornare il prossimo anno e incontrare ancora tutti i nuovi amici, sempre pronti ad aiutarti. Questo è il vero spirito del Croatia Trophy. Faccio i miei complimenti ai miei compagni di team Pippo e Samu per la bella gara che hanno fatto, tutti i teams italiani e ad Igor per la professionale e puntuale organizzazione."
Le impressioni di Andrea Aguzzi
“E’ stata un’esperienza molto al di sopra delle aspettative, ricca di emozioni ed un primo posto inaspettato. Mi sentivo molto in competizione sia con gli altri che con me stesso ed ogni giorno ero sorpreso dei progressi che facevamo. Vedere la nostra Bumba finire le tappe senza nessun guasto o con piccoli acciacchi è stata la soddisfazione più grande. Non mi sono mai risparmiato dando tutto quello che potevo ma, solo gli ultimi giorni ho veramente realizzato che potevamo riuscire nell’impresa di salire sul podio. Il ricordo più bello? L'amicizia con il team di Fritz Becker e di conseguenza il più brutto è stato la sua partenza anticipata; nel campo si è sentita la sua assenza.”