by Paolo Baraldi
Alexander Kovatchev è famoso internazionalmente per essere l'organizzatore della leggendaria Breslau ed in seguito per la Balkan Offroad e la Baja Deutschland; ma chi conosce la sua storia? Con questa intervista siamo andati a scandagliare la vita di Alexander.
Correva l’anno 1973 quando in un piccolo paese della Bulgaria è nato un ragazzo di nome Alexander. Questo ragazzo, proveniva da una famiglia di grandi sognatori; persone che hanno osato per i loro sogni e non importava quali erano le circostanze perché si trovavano in un paese ex socialista. Così, Alexander è cresciuto forte, ha lavorato duramente ed ha iniziato a vivere la sua “favola” realizzando i suoi sogni ad uno ad uno. Aveva molti interessi, hobby ed amava studiare qualsiasi materia. Ma c’era una cosa che amava più tutto: le auto e la grande sensazione di libertà quando le guidava! Alexander Kovatchev aveva i motori nel suo sangue e tutti i suoi progetti erano collegati alla sua grande passione per le automobili.
43 anni più tardi, dopo gli studi universitari in Germania, dove poi ha anche posto le basi per il suo business e dove ha conosciuto il mondo del fuoristrada diventato membro del 4x4 Club Leipzig, è tornando a casa per porre le basi dell’off-road in Bulgaria. Oggi è proprietario di una società di successo ed organizzatore dei più grandi eventi di fuoristrada d’Europa. La sua azienda, leader nel mercato Bulgaro, si occupa di accessori ed equipaggiamenti per veicoli 4x4, nonché di realizzare soluzioni personalizzate per i propri clienti. Inoltre, la società Kovatchev sviluppa e produce componenti per l'industria automobilistica Europea. Tra tutti gli appassionati di off-road, Alexander Kovatchev è famoso per essere l'organizzatore del leggendario Rallye Breslau (Rallye Breslau Polond), della Balkan Offroad Rallye, unica nel suo genere in Bulgaria, e della più grande gara di fuoristrada in Germania: la Baja Deutschland. Quest’anno, per la prima volta in Europa, organizzerà anche un nuovo evento motoristico: la Balkan Classic Rallye, un rally endurance per sole auto storiche.
Alex, come è avvenuto il passaggio che ti ha portato ad essere l’organizzatore delle più importanti gare di fuoristrada in Europa?
Sicuramente la decisione di diventare “organizzatore” non l’ho presa in pochi giorni, avevo una solida base ed una lunga esperienza come pilota e proprio questo è il fattore chiave che mi permette di capire le vere esigenze dei concorrenti.
Conosciamo meglio Alexander Kovatchev e la sua passione per lo sport dell’off-road.
Quando e come hai scoperto il fuoristrada?
Avevo solo 11 anni quando mio padre mi ha messo al volante della vecchia Lada di famiglia e mi ha detto "Ora gira la chiave ed accendi il motore!". Lui era il mio insegnante, il mio allenatore ed il mio idolo. Inoltre è stato il mio migliore amico ed un importante “guru”. Mio padre mi ha insegnato ad avere una grande volontà, di prefiggermi obiettivi importanti e di non mollare mai. Continuava a dire: "Figlio, prima di imparare a vincere, si deve imparare a perdere come un vero uomo". Per fortuna anche mia madre era “pazza” per le auto e la tecnologia e mi ha sostenuto nel seguire il mio sogno. Prima del 1989 era estremamente difficile iniziare una carriera nel mondo del motorsport in Bulgaria. Niente soldi, un accesso molto limitato alle auto ed alla tecnologia moderna, oltre all’impossibilità di viaggiare nei paesi occidentali. Così ho dovuto lottare molto per vedere una luce alla fine del tunnel. Erano tempi diversi! Tornando alla domanda, la mia prima gara di fuoristrada è stata nel 1996 in una piccola città in Germania chiamata Geithain. Ho iniziato con un evento locale con la mia ben preparata russa UAZ 469. Non era solo una UAZ, era una macchina da corsa a basso budget costruita con molte ore di lavoro di notte ma con grande amore per il dettaglio. Il motore era un Mercedes diesel, aveva delle buone sospensioni, un blocco del differenziale ma era senza verricello; non avevo più budget per acquistarne uno! Ho vinto la gara. Ero l'uomo più felice della terra! Il fuoco della passione per i motori è stato sempre acceso nel mio cuore, ma la prima vittoria ha causato in me un'esplosione! Molte altre piccole e grandi gare si sono susseguite con emozioni alternanti e delusioni, ma non c'era modo di ritornare indietro a quella che la gente chiama "vita normale". Alla fine degli anni novanta ho sostituito la mia amata UAZ con un Mercedes 230 GE passo corto. E 'stato come arrivare in un nuovo mondo. Questa macchina mi ha affascinato così tanto che dopo, cambiando diverse auto da gara, sono sempre rimasto fedele a quel brand fino alla fine della mia carriera sportiva.
Quali sono state le più belle emozioni che hai vissuto come pilota?
Ci sono così tanti bei ricordi che è difficile menzionarli tutti, ma come potrei dimenticare l'inizio di una grande amicizia con Marko Misson dalla Slovenia in una tappa di montagna della Carpat in Romania nel 2001? Ero secondo con un piccolo gap dal primo, quando sono rimasto con la corda del verricello completamente distrutta. Marko in quel momento ha avuto un problema con il suo motore; venne da me e disse: "Ehi fratello, dobbiamo ritirarci! Se vuoi ti posso dare il mio cavo. "A quel punto, eravamo indietro nella classifica ma quel gesto ci ha regalato il secondo posto sul podio. Marko ed io siamo diventati amici per tutta la vita e negli ultimi cinque anni, Marko è una importante colonna nell’organizzazione del Rally Breslau; è il responsabile del Race Control. Molte, molte volte ho corso al Rallye Breslau, molte volte sono stato sul podio ed ho lottato contro persone provenienti da differenti nazioni ma, fuori dalla gara, nei bivacchi, siamo sempre stati grandi amici. Queste emozioni lasciano una forte impronta! Ora, la maggior parte di queste persone fanno ancora una parte della grande famiglia Breslau, sia come concorrenti, che come team manager, meccanici o sono entrati a far parte dell’ORGA. Un altro momento molto speciale è stato quando ho vinto per due volte consecutive la Baja Saxonia (ora Baja Deutschland) nel 2009 e 2010. L'edizione del 2009 era estremamente secca e dopo il primo giro c’era così tanta polvere che quasi non si vedeva nulla. La concorrenza era molto forte con macchine veloci e con buoni piloti. Stavano lottando per il primo posto. Il nostro nuovo G-Wagon 320 V6 stava volando sopra le strade minerarie di Hohenmölsen. Ogni curva con bassa visibilità era un grosso rischio, ogni sorpasso nel muro di polvere di carbone era un incubo, ma le condizioni erano le stesse per tutti. Siamo stati protagonisti di una grande vittoria con oltre 15 minuti dal secondo. Il mio co-pilota ed io eravamo molto soddisfatti. L'anno successivo le condizioni del Baja erano esattamente l'opposto. E 'stato un weekend piovoso, scivoloso ed il fango, in taluni punti della pista, era profondo quasi fino alle ginocchia. Abbiamo fatto un errore di navigazione nel prologo ed ho dovuto rimontare dalla trentottesima posizione nella prima speciale, con più di 10 camion da corsa davanti a noi. Ma non era tutto. Nel secondo giro un Unimog ci ha colpito brutalmente nella parte destra, la carrozzeria è stata aperta come una lattina, ma per fortuna non ci sono stati danni alla sospensione ed all'assale. E’ stato un momento difficile. Strinsi la mano al mio navigatore e dissi: "Una vittoria facile non è dolce, così cerchiamo di recuperare il ritardo". Dopo due giorni al limite sia per l’equipaggio che per la macchina abbiamo realizzato l’impossibile. La nostra seconda vittoria di fila con soli 49 secondi di vantaggio!!! Fantastico!
Qui è il posto giusto per dire che nel nostro sport il pilota da solo non può fare nulla. Il co-pilota che rimane spesso nell'ombra svolge un ruolo chiave. Ho avuto due grandi navigatori in questi anni ed entrambi hanno fatto un ottimo lavoro. Karsten Dorn e Dimitar Lazarov; molte grazie! Siete grandi uomini!
Perché hai iniziato questa esperienza come organizzatore della Breslau?
E 'stata una decisione difficile da prendere. Il Breslau non è un piccolo evento da fine settimana. È la più grande gara di fuoristrada d’Europa con 8 giorni di speciali e con una lunga ed importante storia. L'organizzazione di un evento del genere è molto esigente e richiede un sacco di risorse. In realtà è un lavoro a tempo pieno. Ma la più difficile di tutte le decisioni per me è stata quella di mettere il mio casco da gara sullo scaffale. Non è possibile essere l'organizzatore della Breslau e correre; non c'è tempo per entrambi! Ho visto questa sfida, come la mia prossima gara su un altra orbita, più alta. Volevo condividere la mia esperienza e ho voluto far evolvere la vecchia "signora Breslau" ad un evento di più alto livello, ma mantenendo sempre lo spirito e l'atmosfera amichevole che la contraddistingue. Tutto ad un tratto sono stato il responsabile di tutti quei vecchi amici con i quali ho corso. La responsabilità è estremamente alta, ma quello che mi ha aiutato di più, è stato sapere che tutte quelle persone che mi conoscevano come pilota, si fidavano di me come organizzatore. La Breslau Series non sono solo eventi motoristici; è una filosofia sociale, è dedizione ed è uno stile di vita!
Che cosa significa organizzare nel proprio paese una grande gara come la Balkan Offroad Rallye?
Il mondo del motorsport è come una droga. Una volta che l’hai provata non la può più lasciare, non importa se come concorrente o come organizzatore. La Balkan Offroad Rallye è l'evoluzione del vecchio e famoso Rallye Breslau. I concorrenti hanno fame di nuove sfide e vogliono esplorare nuovi territori. La Bulgaria è la mia patria e la natura è unica. Tranne che per le dune di sabbia, in questa piccola nazione, si possono trovare tutte le altre tipologie di terreno. La diversità del terreno è unica nel suo genere. Inoltre i bulgari sono persone molto ospitali e sono appassionati di motori. Ovunque andiamo quando realizziamo il percorso o quando incontriamo le autorità locali, siamo i benvenuti. Non pensate che qui tutto sia permesso. Ci sono regole severe, ma quando fai il tuo lavoro con professionalità e passione e, naturalmente, rispettando le regole, si ottiene la fiducia dei partner e le porte si aprono più facilmente. Siamo felici di lavorare con tutti questi attori nel difficile processo di organizzazione e loro sono altrettanto felici di lavorare con noi. C'è una grande fiducia ed un grande rispetto. La Bulgaria è un paese bellissimo, con gente dalla grande ospitalità. Senza dubbio si può dire che la Bulgaria è un paradiso per l’off-road e che la Balkan Offroad Rallye è il suo più grande ambasciatore.
Quali sono state le più belle emozioni che hai vissuto come un organizzatore?
Ci sono così tante risposte a questa semplice domanda, tutte scritte sui volti dei concorrenti, meccanici, rappresentanti della stampa e del personale dell’ORGA. Quando tutta la famiglia si riunisce per la Breslau e vive questi giorni con tutti gli alti ed i bassi, non importa la nazionalità, la religione, il sole o la pioggia, siamo insieme per condividere i nostri sogni e la nostra passione per il nostro sport. Le amicizie che nascono alla Breslau, durano per tutta la vita! Dopo ogni evento mi sento felice ed allo stesso tempo spremuto come un limone; e lo stesso lo provano tutti i partecipanti ed i ragazzi dell’ORGA. Perché le emozioni forti ti danno molto, ma anche ti prendono molto. Ciò che mi rende davvero felice è non avere feriti o avere solo feriti lievi durante il rally. Noi giochiamo con il fuoco, ma facciamo del nostro meglio per la sicurezza. E come risposta alla domanda più frequente che mi fanno: "Alex, perché lo fai più e più volte?", posso solo dire: "La mia mente mi dice che io sono un completo idiota, ma il mio Animal Instinct dice che questo è quello che ho veramente bisogno per sentirmi vivo".
Qualè il futuro di off-road in Europa?
Sono fiducioso che, nonostante tutte le politiche ridicole, le restrizioni e persino i lavaggi del cervello, il fuoristrada vivrà a lungo. In Europa le persone sono sempre più come degli uccelli in gabbia limitati da innumerevoli norme dettate dalla vita moderna. Tutto è organizzato, pulito e ordinato, ma lo stress e l'isolamento sono ovunque. Come se non c'è vita senza un telefono intelligente, internet o social network. Sono un amico di tutte le tecnologie moderne, ma so che l'essere umano ha la stesso cervello e lo stesso corpo da migliaia di anni. La gente ha bisogno di una pausa! Vogliono correre fuori dalla vita quotidiana noiosa e vogliono tornare alle radici. Il fuoristrada è una grande alternativa per sfidare se stessi ed offre l’opportunità di vivere la natura e l’avventura in un breve periodo di tempo. Ho dimenticato di dire che in realtà non abbiamo tempo!
Progetti per il futuro?
Il nostro nuovo progetto si chiama Balkan Classic Rallye: un endurance per vetture storiche. Ho sempre avuto la passione per le vecchie automobili con tecnologia di base. Si può dire che sono pazzo, ma dal momento che sono cresciuto in una famiglia dove l'automobile era una religione, credo che ogni macchina abbia un'anima. E per fortuna io non sono l'unico che la pensa in questo modo. Questo rally è dedicato alle auto da corsa leggendarie che oggi sono quasi dimenticate ed a quei concorrenti coraggiosi che le guidano come gladiatori.
Ai tempi dell'intervista era ancora un progetto; ora la Balkan Classic è una importante realtà! Inoltre, in questi mesi Alex sta progettando un' altro importante rally nel mondo FIA...
Tempo libero?
E 'la cosa più bella della mia vita. Avrei voluto averne di più. Nonostante tutte le attività e i progetti impegnativi c'è una cosa che per me rimane in cima a tutto - i miei tre figli e mia moglie… la mia famiglia. Mio figlio ha sedici anni ed è già più alto di me. Lui è un grande ragazzo e mi aiuta molto durante le gare. La mia bella figlia di sei anni e la piccola dolce signora di soli otto mesi mi regalano ogni giorno un'esperienza speciale. La gente dice che dietro ogni uomo forte vi è una donna forte. Nel mio caso è vero. Anche se di struttura delicata, mia moglie è una colonna portante sia in casa che nel business. Grazie, cara per i bei bambini che mi hai regalato e per sostenermi da tanti anni!
Grazie Alex per esserti fatto conoscere anche come uomo e non solo come un grande organizzatore di gare.