Foto e testo di Paolo Baraldi
Parto come tutti gli anni per la Polonia per seguire la Breslau e quando arrivo al campo di Drawsko Pomorskie mi ritrovo davanti ad uno spettacolo post apocalittico... Anakonda: la più grande esercitazione Nato dalla Guerra Fredda.
I grandi media italiani non lo hanno fato voce ma nel mese di giugno in Polonia, a nord ovest di Varsavia, si è svolta una massiccia esercitazione della Nato che ha coinvolto ben 31000 soldati ed un immenso dispiegamento di mezzi.
Blasting news riporta: "Sul sito della NATO è spiegato molto chiaramente che cos’è un’esercitazione militare e a che cosa serve. Sin dal 1951, le Nazioni Unite conducono esercitazioni aperte a tutti i Paesi membri. Lo scopo è di formare gli eserciti e prepararli a tutti gli aspetti di una guerra, non solo al combattimento. Si svolgono simulazioni di operazioni militari e umanitarie, come soccorsi e ricostruzioni. Esperti di difesa confermano che la Polonia è internazionalmente riconosciuta per il suo impegno negli ultimi 15 anni, durante i quali ha formato uno dei migliori eserciti europei”. mentre Sputnik News riferisce: " La Russia è più pericolosa di Daesh, potrebbe attaccare la Polonia e i Paesi Baltici in ogni momento, una vera minaccia secondo gli amici americani. Proprio per questo in Polonia è in atto Anaconda, l’esercitazione NATO più massiccia dalla guerra fredda. Carri armati tedeschi attraversano la Polonia in lungo e in largo, no, non è una scena della II Guerra Mondiale, è la realtà di oggi. L'esercitazione dal gioioso nome "Anaconda", come anche le precedenti missioni Nato in Europa, hanno lo scopo di preparare i Paesi membri alla guerra". il giornalista e documentarista Fulvio Grimaldi, sempre attraverso Sputnik News, riferisce: " Questa esercitazione gigantesca con oltre 30 mila soldati americani segue quella della Trident Juncture dell'ottobre scorso nel Mediterraneo. Queste due esercitazioni indicano apertamente che c'è una strategia di aggressione nei confronti da un lato dei Paesi del Mediterraneo, in particolare la Siria, dall'altro lato nei confronti della Russia. Sono esercitazioni a carattere provocatorio allucinante, incredibile, perché oltretutto non ci sono i motivi neanche più trascurabili per missioni di questo genere. Questo si aggiunge poi alla collocazione dei missili strategici in Romania e in Polonia, alla costante militarizzazione dei Paesi Baltici. Si sta creando un cerchio, una cintura d'acciaio nei confronti della Russia. Questo non soltanto è pericoloso, ma anche irresponsabile". - Per approfondire l'argomendo: BLASTING NEWS e SPUTNIK NEWS
Ovviamente, ignaro di tutto questo, la sera del 28 giugno arrivo in compagnia di Alexander Kivatchev, organizzatore della Poland Breslau, a Drawsko Pomorskie dove è previsto il primo campo. Nell'oscurità intravedo dei carri armati ma non ci faccio molto caso in quanto la Breslau si corre da anni all'interno dei poligoni militari ed è normale incontrare l'esercito. Il giorno successivo, mentre l'organizzazione prepara il bivacco, decido di fare quattro passi verso il binario morto della ferrovia e vedere qualche "tank" che ha sempre il suo fascino. Stupito, mi ritrovo davanti ad una fila sterminata di mezzi blindati e carri armati con nessuno stemma di riconoscimento. a fare da guardia alcuni militari che riconosco essere americani. Scatto qualche foto con il mio cellulare e ritorno al campo dove incontro il mio amico e colega francese Didier Griffouliere. Ci domandiamo cosa stesse avvenendo ed Alex, l'organizzatore, ci racconta di Anakonda e che i militari, terminata l'esercitazione, stanno sgombrando il poligono di Drawsko per lasciare spazio alla gara ma che bisogna aspettare l'ok dal Generale polacco per poter entrare nel poligono. L'esercito locale stava ancora verificando se sul terreno fossero rimasti degli ordigni inesplosi.
Non è la prima volta che incontro la Nato in Polonia, l'anno scorso abbiamo addirittura aiutato un Humvee dell'Airborne Division piantato in un guado (Anche la nato si pianta) ma è sicuramente la prima volta che sono testimone di un dispiegamento così grande in una regione così sensibile come l'est europeo. Non nego che qualche preoccupazione mi è sorta sia perchè i giornali non ne hanno parlato sia perchè, come spiega bene Fulvio Grimaldi, ci vuole poco per innescare un incidente diplomatico con le relative conseguenze.