Foto e testo di Paolo Baraldi
Si è da poco conclusa in California la decima edizione della King of the Hammers. Come da tradizione siamo stati sul posto per seguire questa unica gara che raccoglie seguaci da tutto il mondo. Erik Miller ha vinto la KOH per la seconda volta. In gara anche l'italiana ACE Racing di Pier Acerni e l'inglese Rob Butler.
Anche quest'anno la Johnson Valley, nel deserto del Mojave in California, ha visto andare in scena una delle più seguite e blasonate competizioni di fuoristrada del mondo; stiamo parlando della King of the Hammers, inserita nella lista delle 10 gare più dure al mondo. Il 2016 ha segnato, per almeno due motivi, un anno molto importante per la King of the Hammers. Primo su tutti, Dave Cole dopo aver vinto la sua battaglia contro il cancro è ritornato più che mai carico alla guida di Ultra4 Racing e poi si è celebrato il decennale di questa corsa che è partita quasi in sordina, con soli 13 equipaggi, ed in solo un decennio ha visto una crescita di teams in gara, di pubblico e di seguaci di tutto il mondo che non ha eguali. Come ormai consuetudine da alcuni anni, l'intera KOH Week è stata densa di impegni e di spettacolo; dopo la King of the Motos, svoltasi domenica 31 gennaio, ed il Vision X Shootout, andato in scena la sera dell'1 febbraio.
4 WHEEL PARTS QUALIFYING
Martedì e mercoledì si è entrati nel vivo di questa gara con le 4 Wheel Parts Qualifying che si sono svolte nei pressi di Hammertown, l'effimera città del fuoristrada che come nasce dal nulla nel deserto così vi sparisce, lungo un trail di poche miglia chiamato Waterfall. Il percorso, un misto tra veloce e tecnico sulle rocce, ha scaldato subito gli animi dei presenti e non ha fatto mancare alcuni importanti colpi di scena. In questa fase di qualifica per la King of the Hammers, con 118 veicoli iscritti, abbiamo visto in azione anche due teams europei: dall'inghilterra Robert Butler alla sua seconda partecipazione alla KOH ma questa volta con la sua performante Eurofighter e dall'Italia Pier Acerni, anche lui alla sua seconda volta, dopo il 2013 con il Black Jaws.
Per entrambi non è andata molto bene; Butler ha avuto un problema al cambio che lo ha ritardato costringendolo alla sessantaduesima posizione nella griglia di partenza, mentre Pier Acerni, a bordo di un veicolo appena acquistato da Letzroll, è stato vittima, appena dopo la partenza, della rottura della barra di sterzo. Situazione che lo ha sbalzato in novantesima posizione per la partenza della King of the Hammers. Pier, ci ha confessato che non ha avuto il tempo materiale di testare la macchina prima della gara e che essendo una Modified, il suo obiettivo era comunque quello che portare a termine l'EMC. Tornando alle qualifiche, il più veloce è stato Jason Scherer in 1:54.73, seguito da Loren Healy in 1:59.49 e da Derek West in 2:02.07. 110 equipaggi si sono qualificati per la KOH. Il nostro beniamino Levi Shirley ha fatto segnare un ottimo tempo, 2:08.19, posizionandosi in nona posizione.
SMITTYBILT EVERY MEN CHALLENGE
Giovedì, si è svolto lo Smittybilt Every Men Challenge con 39 teams nella categoria Modified, 46 nella Legends e 18 nella Stocks per un totale di 103 equipaggi. Il percorso di 150 miglia ha ricalcato quello della KOH con tutte le insidie e difficoltà del caso.
Pier Acerni, navigato dall'inglese Will Overton, è partito dalla sedicesima posizione e già al secondo giro ha rimontato fino alla terza. Purtroppo la sfortuna è sempre in agguato ed al Wrecking Ball si è rotta la scatola dello sterzo con conseguente perdita di preziosi minuti per la sua sostituzione. Infine Pier è Will hanno chiuso la gara con solo la trazione anteriore andando a guadagnarsi un dignitoso ventesimo posto nella generale ed un importante settimo nella categoria Modified; categoria vinta dalla poliedrica Jessi Combs che tra l’altro è terza nell’Overall. La Smittybilt Every Men Challenge è stata vinta da Brad Lovell con al secondo posto il Re Randy Slawson.
CLASSIFICA PER CLASSI SIMITTYBILT EVERY MEN CHALLENGE
CLASSIFICA GENERALE SIMITTYBILT EVERY MEN CHALLENGE
Team ACE Racing: Pier Acerni e Will Overton alla Smittybilt Every Men Challenge
KING OF THE HAMMERS
Venerdì alle ore 06.00 con il sole che faceva capolino dalle montagne che circondano il Lakebed e con l'aria ancora gelida, i 110 equipaggi in gara per la King of the Hammers si sono allineati per le vie di Hammertown in attesa del via della gara che è stato dato puntuale alle ore 08.00. Quest'anno il percorso era di solo, si fa per dire, di 176 miglia. contro le 215 dell'anno scorso, ma molto più impegnativo. Come consuetudine, lo spettacolo per il numeroso pubblico presente è stato assicurato e tutte le aree spettatori erano affollate all'inverosimile. La gara è stata un susseguirsi di colpi di scena, di sorpassi e di perdite di posizioni tutto a vantaggio dello "show" qui tanto amato. La lotta per il meritato titolo è stata serrata; i pronostici erano dei più disparati con chi propendeva per un nuovo RE, chi si aspettava che uno dei beniamini lo diventasse per la terza volta o chi parteggiava per la seconda incoronazione di un vecchio RE. Alla fine questi ultimi hanno avuto ragione ed il giovane Erick Miller, partito dalla ventisettesima posizione e con un tempo di 07:30:55, conquista il titolo di "RE dei Martelli" per la seconda volta entrando così con Shannon Campbell, Randy Slawson e Loren Healy nel club molto privato dei "Two Times Kings".
Levi Shirley quest'anno è stato costretto al ritiro a causa della rottura del triangolo destro delle sospensioni anteriori; peccato si sarebbe meritato molto di più! L'inglese Robert Butler, navigato da Paul Lundstrom, è riuscito nell'impresa di portare a termine la gara e si aggiudica il primato di primo europeo, con un veicolo costruito nel vecchio continente, a concludere la King of the Hammers. L'ACE Racing, ovvero Pier Acerni e Will Overton, a causa dei problemi meccanici riscontrati durante l'EMC hanno deciso di non partire per la KOH; peccato... Anche a loro va comunque il primato di primi europei a portare a termine la Smittybilt Every Men Challenge.
Rob Butler e Paul Lundstrom
A chiusa, non possiamo non nominare l’impresa della giovanissima Bailey Campbell che a soli 19 anni ha concluso la sua KOH in quinta posizione e distaccata di soli 19 minuti da suo padre Shannon arrivato quarto. I Campbell faranno parlare per molto di loro visto che Wayland è arrivato quindicesimo; la King of the Hammers sta lavorando sul suo futuro con queste e molte altre leve come i figli di Tony Pellegrino impegnati nella EMC e nella gara degli UTV.
Bailey Campbell
Sabato mattina, 6 febbraio, dopo le premiazioni, Hammertown ha iniziato a svuotarsi lasciando spazio all'arido deserto e dando a tutti l'appuntamento al prossimo anno per una nuova settimana dove la passione per il fuoristrada è al centro di ogni pensiero e al centro del mondo.
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