Foto e testo di Paolo Baraldi
Qualche giorno fa mi sono imbattuto in un articolo molto interessante dal titolo "Il digitale non ci fa più pensare" e mi è scattato lo spunto per chiudere in bellezza la stagione 2016 di OFFROAD Lifestyle.
Prima di mettere nero su bianco i miei pensieri, vi propongo l'articolo che che mi ha fatto scattare la scintilla.
Ormai siamo tutti globalizzati, multimediali ed iperconnessi; questa è la nostra società e volenti o dolenti ne facciamo parte e dobbiamo, almeno in parte, adattarci per non farci travolgere.
E' pur vero che tutta questa frenesia di fotografare ogni cosa, in ogni momento e condividerla immediatamente sui social o nel web ci toglie quella grande opportunità di pensare. Il digitale ha tolto questo grande privilegio di pensare, ragionare, costruire una storia e stampare il nostro racconto.
La foto qui di fianco che ho scattato in Malesia durante il Rainforest Challenge ad un giornalista russo è il classico esempio di questa situazione. Il telefonino è diventato lo strumento di lavoro con il quale si scatta e si pubblica un secondo dopo. Si scatta, si scatta ed un minuto dopo non ci si ricorda cosa si è fotografato.
Di fronte a questa situazione, la fotografia incriminata l'ho scattata il primo giorno del prologo, ho deciso che la mia esperienza in Malesia sarebbe stata diversa; ho deciso che avrei lavorato come un tempo!
Ho spento per 10 giorni il telefono, ho lasciato il computer in hotel e sono entrato nella giungla con solo la mia reflex. E' stato bellissimo!
L'unica mia preoccupazione era quella di cercare i soggetti, le inquadrature e le azioni che volevo, che mi servivano per il mio racconto senza avere lo stress di dover pubblicare immagini ogni sera. Solo una volta rientrato a casa, ho messo mano alle mie fotografie, le ho selezionate, ho scritto l'articolo e le ho pubblicate.
Riguardando il mio lavoro dal mio ufficio mi sono accorto che le fotografie che ho scelto erano diverse da quelle che avrei selezionato sul posto giorno per giorno. La mia storia raccontava in maniera coerente tutta l'esperienza di 10 giorni e non, come sarebbe accaduto in altre occasioni frenetiche, piccoli scorci di tante storie diverse senza un filo conduttore.
Il racconto che ne è uscito è la vera storia del Rainforest Challenge 2015 e non un collage di tante storie.
Evviva il pensiero!