Foto e testo di Paolo Baraldi
Si è da poco concluso in Marocco il Carta Rallye, una competizione che ha saputo mantenere lo spirito e la passione delle gare di un tempo, coniugato però con l'ottima organizzazione e professionalità delle moderne corse
Il Marocco, forse una delle più nelle ed affascinanti mete del Nord Africa, è spesso teatro di molte competizioni che grazie alla particolarità del suo terreno, sempre vario ed impegnativo, ed alla bellezza dei suoi luoghi sono diventate famose e blasonate. Tutte queste corse, forse proprio per essere così grandi, hanno però perso quel fascino ed atmosfera che il Carta Rallye ha saputo trovare, mantenere vivo e farne uno dei suoi fiori all’occhiello. Questa competizione, al suo secondo anno di vita, è nata dalla caparbietà ed esperienza nonché dalla passione per il Marocco di Chris Armelin che dopo anni di collaborazione con i maggiori eventi internazionali ha voluto realizzare il suo sogno, proprio in questo unico paese. Il Carta Rallye, svoltosi dal 16 al 23 marzo, ha praticamente attraversato gran parte del Marocco toccando i principali luoghi che, fuoristradisticamente parlando, hanno reso famosa questa terra.
Non sono quindi mancate le piste dell’Atlas, le sabbie di Merzouga e i vari e sempre diversi percorsi verso sud. L’abilità dell’organizzazione, metà francese e metà tedesca coadiuvata dal Rescue Team polacco, è stata proprio quella di cucire tutti questi tracciati con una veste inedita e con un alternanza di terreni che non hanno mai stancato ed annoiato i partecipanti provenienti da Francia, Belgio, Inghilterra e Germania. Questa grande abilità di Armelin e del suo staff ha fatto si che il Carta Rallye, seppur ancora giovane, si è affacciato alla ribalta dei riflettori della notorietà facendo accendere un campanello di allarme tra le organizzazioni concorrenti. Questo grande successo è dovuto essenzialmente a due fatti: percorsi di gara tecnici e impegnativi ed una magnifica convivialità nei campi sia tra i concorrenti che tra gli organizzatori. Le categorie in gara erano tre: auto Cross Country, side by side Cross Country e GPS Challenge. Tra le auto, partite in 18, la lotta per la vittoria è stata subito a due tra i francesi Christophe Girard e Benoit Soulas; quest’ultimo ha purtroppo perso punti nelle ultime giornate di corsa. Alla fine l’esperienza decennale, comprese molte Dakar, di Girard ha avuto la meglio, permettendogli così di aggiudicarsi la seconda edizione del Carta Rallye. In seconda posizione troviamo il quasi esordiente Renaud Jerome ed in terza Chapot Remy; quindi podio tutto francese.
Ottima la prestazione del tedesco Fritz Becker che ha fatto registrare con il suo Mercedes un’impressionante rimonta negli ultimi giorni di gara vincendo le ultime due tappe. Tra i side by side, in 6 sulla griglia di partenza, la vittoria è andata al belga Fabrice De La Barbera, che ha vinto anche la classifica generale. Barbera non ha avuto vita facile e ogni giorno si è dovuto curare degli assalti del francese Pitavy, secondo, e del tedesco Dechent Martin, terzo, che sulle dune marocchine si trova veramente a suo agio. Nel GPS Challenge, categoria mista auto e side by side, la vittoria è andata al belga David Frament su Can Am. La particolarità di questa categoria, molto apprezzata dai partecipanti è dovuta proprio al fatto di essere basata sulla pura navigazione premiando chi raccogliesse il maggior numero di waypoint nel minor tempo e percorrendo la minor distanza possibile. Il Carta Rallye ha visto il suo epilogo a Merzouga al Nomad Hotel con la cerimonia di premiazione trasformatasi quasi subito in una grande festa mentre gli organizzatori erano già proiettati al 2016 per studiare nuovi percorsi per rendere ancora più unica e particolare questa gara che non ha assolutamente nulla da invidiare alle sue dirette concorrenti e che può vantare gli argomenti giusti per un meritato successo.
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